Questione di prospettiva..

Lo spread è tornato prepotentemente sulle prime pagine dei giornali. Siamo di nuovo tornati sui livelli di poco inferiori a 300 punti base che erano stati raggiunti al culmine della crisi di fine maggio.

Sembrano livelli molto elevati, eppure alla fine del 2011, nel pieno della crisi che porto' al governo Monti, lo spread salì molto più in alto : supero' abbondantemente i 5 punti percentuali arrivando al 5,3%. Lo si vede dal grafico qui sotto.


Questo significa che possiamo stare relativamente tranquilli? Insomma, lo spread è salito, ma siamo a poco più di metà strada rispetto ai valori di picco del 2011. Quindi le cose non vanno certo bene ma il segnale non è ancora di vero allarme rosso. Ma è proprio così?

Io penso di no.

Lo "spread" non è altro che la differenza tra il rendimento del BTP a 10 anni e il rendimento del BUND di pari scadenza. Lo spread risente quindi dei movimenti di entrambe le variabili.

In particolare lo spread risente anche di eventuali "corse ai paradisi sicuri" nelle quali il BUND diventa l'unico vero porto tranquillo. Il rendimento dei bund, in questi casi, tende a crollare in modo repentino subendo una vera e propria distorsione. Un aumento dello spread, in questo caso , potrebbe non dipendere più solo dal peggioramento della qualità creditizia del tesoro Italiano, ma anche dalla distorsione determinata dall'"effetto rarità" dei BUND nei casi di crisi generalizzate.

Questo è quello che accadde durante le fasi più calde del 2011/2012. In quei momenti lo "spread" (calcolato nella sua forma classica tra BTP e BUND) subì quindi una distorsione dovuta anche alla compressione dei rendimenti sui BUND.

I picchi "relativamente tranquillizzanti" (siamo già stati qui e ne siamo usciti vivi) del 2011 sono quindi poco indicativi.

Per evitare questa distorsione possiamo considerare un altro "Spread" : quello che i ottiene confrontando il rendimento dei BTP e il rendimento medio di un paniere composto dai principali titoli pubblici di eurolandia (Germania, Francia; Spagna, Portogallo, Irlanda, Belgio, Olanda, Austria, Finlandia). Ebbene il grafico è questo :


Decisamente differente : qui emerge chiaramente la gravità della situazione attuale, che è poco distante, in quanto a numeri di mercato, dai giorni più bui del 2011.

In questi ultimi mesi, infatti, la crisi è stata tipicamente una crisi italiana, in cui l'effetto contagio sul mercato spagnolo e portoghese è stato molto contenuto. Non si sono verificate fughe generalizzate dai mercati periferici per approdare sui BUND, come accadde nel 2011.
C'è stata invece una fuga dai BTP per approdare su altri mercati. Insomma, siamo a poche decine di centesimi di punto dai momenti bollenti dell'inverno 2011.

C'è poco da scherzare.

Commenti

  1. Continuano a parlare di sforamenti del deficit. Metodo della follia o follia nel metodo?

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari