Il Gatto, la Volpe e il fruttivendolo




Appartenere ad una categoria professionale a volte è una vera disdetta. Soprattutto quando la categoria in questione diventa, a torto o a ragione, un bersaglio facile.
L'articoletto di Gramellini sul Corriere della Sera di oggi 3 aprile, per esempio. L'argomento è la fiducia : un elemento alla base della convivenza civile, ma che ormai è stata soppiantata dal sospetto e dal cinico disincanto. Ad un certo punto Gramellini dice :"Chi non è mai stato tradito da qualcuno in cui riponeva fiducia? Un partner, un amico, un gestore di risparmi? ". 

Allora,  interessante questa cosa. 

La frase esemplificativa inizia con due categorie generiche (partner, amico)  e poi decide di entrare più nello specifico. E chi ti cita come altro esempio di "tipo che ha comunque tradito qualcuno"? Tra tutte le possibilità sceglie il "gestore di risparmi". Poteva dire il fruttivendolo (che ti vende come italiani freschi freschi i peperoni che sono arrivati due settimane fa dall'Argentina). Poteva dire il medico (che ti visita sbadatamente e ti prescrive gli antibiotici anche se non  ne avresti veramente bisogno). Poteva dire l'imbianchino (che risparmia sull'intonaco e dopo due mesi vedi già le prime crepe sulla tempera). Poteva dire il venditore di auto (che ti vende come poco inquinante l'auto che ha la centralina truccata).Poteva citare mille altri casi. Ma lui chi cita? Solo"il gestore di risparmi".

Ora, è vero che il Gatto e la Volpe di Pinocchio sono il primo  caso letterario di risparmio tradito. E proprio di risparmio tradito  l'Italia ha una storia lunga. Ma se è per questo anche di malasanità, di truffe alimentari....vogliamo poi dimenticare i telefonini con gli scatti alla risposta e le bollette a 28 giorni?
Ma allora perchè quando Gramellini ha in mente qualcuno che frega il prossimo se la prende col gestore di risparmi? Per alcuni motivi a mio parere.

Primo motivo : la figura professionale è ormai così screditata che quando uno del settore dice che lavoro fa viene subito guardato con sospetto (quando non con il sorrisetto complice di chi la sa lunga). E le varie associazioni di categoria hanno la coda di paglia e non si ergono subito a paladine del buon nome della professione. Insomma, un po' come sparare sulla Croce Rossa, scegliendo il bersaglio grosso e molliccio. Senza rendersi conto che così facendo si lanciano pomodori marci anche su tantissimi onestissimi professionisti che fanno una professione difficile, in una nazione in cui tutti i clienti sono allenatori della nazionale e sono bravissimi nelle gestioni "ex post" (quelle che, a posteriori, avrebbero comprato  sempre il titolo che saliva). Un mondo travolto da talmente tante regole che proprio l'eccesso di regolamentazione rende spesso insufficiente l'attività degli organi di controllo e vigilanza, specificamente creati proprio per evitare i tradimenti del gestore dei risparmi e che troppo spesso arrivano tardi e male. Non ho difficoltà ad ammettere che il "conflitto di interessi" è una patologia che affligge il sistema. Ma non posso accettare che qualcuno dica che è alla base del sistema e che coinvolge bene o male un po' tutti gli addetti ai lavori.

Ma poi vale la pena di ricordare  che se in Italia la cultura finanziaria è così a basso livello da consentire molti facili raggiri è anche un po' colpa di chi la cultura finanziaria non se la vuole fare, magari solo perchè richiede un po' di fatica e impegno. Quindi la frecciata di Gramellini mi fa incavolare perchè gratuita e un po' vigliacca. A meno che Gramellini non abbia il dente avvelenato con la categoria perchè ha avuto una sgradevole esperienza diretta. Magari è stato fregato da qualche bucaniere di pochi scrupoli. Strano, perchè per uno della sua cultura avere un minimo di conoscenza finanziaria è un dovere quasi essenziale come l'educazione stradale. Perlomeno il minimo indispensabile per mettersi al sicuro dai bidoni più eclatante. Invece di caricare i pregiudizi, Gramellini avrebbe fatto meglio a pensarci un po' prima di sparare nel mucchio. Ma si sa, la pigrizia fa brutti scherzi. Anche la pigrizia di chi non vuole imparare (o fa finta di non sapere) che per ogni punto di rendimento in più il rischio da qualche parte ci deve per forza essere.

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