Presto e bene non stanno insieme.

Statua romana di Atlante (sec II d.C.). Già nella Collezione Farnese, oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Prima le reiterate affermazioni sulla eccezionale solidità del nostro sistema bancario. Poi le prime ammissioni di alcuni casi specifici di debolezza. Poi ,all'improvviso, gli italiani scoprono che avevamo scherzato e che le banche italiane sono gravate da un micidiale fardello di crediti deteriorati. E che se dovessero svalutare tali crediti al loro effettivo valore di mercato (con tutti i caveat che questa espressione comporta in questo caso) vedrebbero spazzato via il proprio capitale (e non solo).

E allora ecco che fioriscono le nuove iniziative, prima i GACS, adesso Atlante. Insomma, tutto ad un tratto bisogna fare presto, perchè gli avvoltoi sono lì sull'albero e non aspettano altro per sottrarci il nostro prezioso sistema finanziario a prezzi di saldo.

Ma è davvero così? E gli interventi di cui si sta discutendo riescono a mettere insieme il "presto" e il "bene"?

Qualche pensiero sparso :

1) GACS : devo dire che questa roba qua non la ho proprio capita.
Allora : le banche che vogliono cartolarizzare dei portafogli di mutui possono chiedere al Tesoro una garanzia sulla tranche della cartolarizzazione che ottiene un rating "investment grade" da una agenzia di rating indipendente.Questa garanzia avrà ovviamente un prezzo di mercato, ma dovrebbe rendere molto più appetibile la tranche in questione rendendo la cartolarizzazione un successo.
Non capisco proprio.

In primo luogo se la garanzia puo' essere chiesta solo sulle tranche meno rischiose (quelle che già da sole hanno un rating "investment grade") serve a poco, no? Le tranche di difficile collocamento sono quelle più rischiose,mentre  quelle che hanno un rating investment grade si dovrebbero collocare da sole, no?

In secondo luogo : il Tesoro italiano ha un rating che è al limite inferiore dell'investment grade (solo Fitch attribuisce al Tesoro ancora un generoso BBB+) : quindi la garanzia del Tesoro poco aggiunge a quanto già è previsto dal rating investment grade che la tranche ha già.Insomma, la garanzia del Tesoro poco aggiunge al rating che c'è già. Ed infatti finora non risulta che abbia riscosso grande successo (mi pare che ci sia stata solo una richiesta, finora, e per una operazione non di importo significativo.

Infine un ultimo dubbio, più generale : abbiamo appena finito di convincere tutti (e con dovizia di particolari, basta aver visto "La grande scommessa") che i famosi CDO (strumenti di investimento legati a mutui) sono stati gli strumenti del demonio della crisi del 2007 (con tutte le implicazioni per i perversi intrecci di interesse tra emittenti e società di rating, e i complessi e inaffidabili algoritmi per il pricing) e ora diventano all'improvviso la panacea dei mali del sistema bancario italiano?

Mah...

2) Atlante : qui la necessità di fare "presto" (che è dettata dai tempi dell'aumento di capitale della Polare di Vicenza) direi che si scontra clamorosamente con la volontà di fare "bene". Da quello che si sa oggi verrà costituito un fondo (Atlante) gestito da una sgr indipendente con una dotazione iniziale di circa 5 miliardi di EUR. Da chi prenderà questi soldi  il fondo Atlante ? Da una serie di banche e imprese di assicurazione italiane (in forma "volontaria" per non cadere nella trappola degli aiuti di Stato) e affiancate dalla CDP (in minoranza per non ricadere nella stessa trappola).
Dove investirà questi soldi il fondo Atlante? In aumenti di capitale di banche italiane e in portafogli di non performing loans (NPL, cioè crediti in sofferenza) di banche italiane. Il primo sospetto è che Atlante interverrà dove gli aumenti di capitale non troveranno collocamento autonomo sul mercato e, allo stesso modo, acquisterà blocchi di NPL a prezzi diciamo "diversi " (leggasi : più alti) rispetto a quelli assegnati oggi implicitamente dal mercato attraverso la valutazione penalizzata delle banche italiane.Lo snodo cruciale di tutto questo schema è proprio questo :  sia le azioni sottoscritte che i NPL saranno acquistati a prezzi non di mercato (british understatement), altrimenti tutto questo schema non avrebbe utilità alcuna.
Si dice che il fondo opererà quindi non seguendo una logica di "massimizzazione del rendimento nel breve periodo" ma su un orizzonte più lungo.
Si sostiene che se Atlante sarà varato, le transazioni che concluderà saranno la base per un futuro pricing meno penalizzante dei NPL delle banche italiane, finendo quindi con il beneficiare l'intero sistema. A me, quando sento la parola "sistema" (che poi genera le "operazioni di sistema" etc etc), viene la pelle d'oca. Ma mi si dice che sono miope e che non tengo conto del fatto che in parallelo si snelliranno le procedure per l'escussione dei pegni e si accelereranno quindi i tempi per il recupero dei crediti.
Ecco. Mmmmm.....mi viene qualche dubbio.

Ma se io fossi un azionista di una delle banche che partecipa ad Atlante cosa penserei?
Penserei che c'è il rischio che la banca partecipi ad un fondo che acquista asset a prezzo più alto di quello (per quanto poco significativo) di mercato. Da qui non c'è molto da guadagnarci, certamente non nel breve periodo.
I futuri guadagni (derivanti dalla progressiva liquidazione degli asset del fondo a prezzi futuri superiori a quelli di acquisto) dipendono dal successo "dell'operazione di sistema" e dall'effettivo varo di iniziative legislative che agevolino il recupero dei crediti. Roba che richiede tempi lunghi, insomma, e quanto più i tempi si allungano tanto più i risultati sono incerti (il famoso discorso della farfalla che sbatte le ali a Tokio, insomma, applicato al tempo invece che allo spazio). Se sono un gestore, poi, sono valutato sui risultati che produco a fine anno, ovviamente. Eh..sì, lo so è la dura legge del breveterminismo che condanna gli investitori ad inseguire le performance di breve anche quando hanno un'ottica di medio/lungo termine. Ma , come si dice, "e' il mercato, bellezza".E il mercato mi dice che non è consigliabile scambiare una possibile perdita abbastanza certa nel breve periodo con un possibile utile abbastanza incerto nel lungo periodo.

Ma soprattutto non capirei bene cosa la banca sta facendo. Il quadro è fumoso e non chiaro, penserei, e quando un quadro è fumoso e non chiaro la valutazione quantitativa degli impatti economici è impossibile. E questa è la cosa che più mi spaventerebbe.

E alla fine cosa farei? Venderei le azioni della banca che è stata "invitata" (ma non sarà mica una riedizione della vecchia cara "moral suasion"?), ovviamente.

In attesa di maggior chiarezza e, soprattutto, quando la espressione "di sistema" sarà scomparsa dalle presentazioni agli analisti.

Poi ho letto che Atlante (che era stato condannato da Zeus a reggere la volta celeste dopo le Titanomachie)  ha avuto una vita interessante: ad un certo punto cercò di convincere Eracle a sostituirlo.E ce la fece, ma poi Eracle, non riuscendo a convincerlo a riprendere il suo posto, lo frego' : gli chiese di tenere momentaneamente la volta per potersi mettere qualcosa sotto le ginocchia.E zac!

Ecco. Mi viene il sospetto che forse sarebbe anche stato meglio non scegliere il nome Atlante. Non vorrei mai che, quando in futuro il fondo deciderà di smobilizzare il suo fardello di azioni e NPL, salti un fuori un nuovo Eracle pronto a riappioppargli il malloppone così com'era.
Con buona pace dei futuri grandi utili.




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