Il problema della patente....



Sul Corriere della Sera di oggi Alberto Alesina propone una iniziativa interessante sul tema della educazione finanziaria dei risparmiatori. In sostanza propone che, prima di accedere a qualsiasi servizio finanziario, un risparmiatore debba dotarsi di una "patente finanziaria" che ne attesti il grado minimo di conoscenza degli elementi essenziali dei mercati e delle regole basilari degli investimenti.

Si tratta di una idea intelligente, peccato non sia nuova. La normativa MIFID, infatti, già prevede che gli intermediari provvedano ad una valutazione del livello di conoscenza ed esperienza del cliente al quale offrono i propri servizi.

In particolare si tratta della Valutazione di Adeguatezza (quando offrono sevizi di Consulenza o Gestione) o di Appropriatezza (quando offrono i servizi di Negoziazione).

E quindi, se questo processo di valutazione è già previsto dalla normativa, come è possibile che prodotti complessi siano spesso venduti a clienti che non hanno un livello di conoscenza e esperienza adeguato?

Probabilmente perché non si tiene conto del problema del valutatore : nel caso della MIFID  il valutatore è lo stesso che, attraverso un questionario, valuta il livello di conoscenza ed esperienza dell'investitore; nel caso della "Patente" dell'articolo di Alesina, l'argomento non viene affrontato. 

Ma è il punto cruciale in entrambi i casi.

Così, per quanto possano essere accurati e dettagliati i questionari, il valutatore può essere tentato di suggerire qualche risposta al valutato, soprattutto se grazie a questi suggerimenti potrà agire con maggior libertà.

Questo è l'elemento critico del problema : eliminare anche in questo caso il possibile conflitto di interesse con un Test di Valutazione delle conoscenze finanziarie  che  preveda una valutazione davvero "super partes".




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