Il postino suona sempre due volte..


Si avvicina la data del maxi collocamento che porterà il 40% del capitale di Poste Italiane in Borsa.
La pubblicità è martellante. Viene quindi voglia di provare a farsi un'idea su cosa arriverà in Borsa e, soprattutto, come.

Poste incorpora due anime ben distinte : quella dei servizi postali tradizionali e quella dei servizi finanziari. Negli ultimi anni la seconda anima ha preso il sopravvento sulla prima sia in termini di contributo al risultato economico sia in termini di prospettive.

Per buttare lì qualche numero sul retro di una busta, ecco come si presenta Poste messa a confronto con due leader nel settore postale tradizionale e due leader nel settore assicurativo/finanziario :



Qualche spunto di riflessione.
E' chiaro perchè Poste stia spingendo sulla trasformazione in azienda di servizi finanziari : basta guardare l'ultimo grafico.

Poste ha ancora saldamente un piede nel vecchio caro business delle consegne, che siano lettere (sempre meno) o pacchi (sempre di più) grazie a quello che viene ritenuto un  punto di forza di Poste : la rete capillare di filiali (13mila) che stanno sempre più trasformandosi da semplice Ufficio Postale in Agenzia di servizi assicurativi/bancari.

Ma in un mondo in cui i servizi on-line stanno cambiando radicalmente i modelli operativi soprattutto nel settore finanziario, avere una rete di 13mila filiali e 130mila dipendenti è un vantaggio o uno svantaggio?

E in un mondo in cui la regolamentazione dei servizi finanziari esige che chi ha rapporto con la clientela abbia una preparazione sempre più accurata e approfondita è facile riconvertire il personale per portarlo da un tipo di business (le raccomandate) ad un altro (le assicurazioni vita)?

Mi sa che è sulla risposta a queste due domande che si giocherà il successo o meno dell'IPO e che si deciderà se l'IPO rientrerà nel secondo settore di business di Poste (servizi finanziari) o nel primo (consegna...... "pacchi")






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