L'inflazione non è uguale per tutti

Con il varo del Quantitative Easing anche la BCE è entrata ufficialmente in guerra con la deflazione.
L'obbiettivo è spingere l'inflazione nell'area EURO verso il 2%, dal misero -0,1% su cui si è adagiata in febbraio.

Se questo è l'obbiettivo, il modo migliore per giocare la partita a fianco della BCE è acquistare titoli legati all'inflazione, e guardacaso proprio la scorsa settimana il MEF ha annunciato il lancio di un nuovo BTP Italia (legato all'inflazione italiana).

Sul mercato italiano convivono (come sul mercato francese) due tipi di BTP legati all'inflazione : i BTPei , legati all'inflazione armonizzata euro, e i BTPItalia, legati all'indice ISTAT italiano.

Le due categorie di titoli hanno oggi rendimenti reali ben diversi, come si vede dal grafico qui sotto.

Rendimenti dei BTPei e BTPItalia per le diverse scadenze dei titoli 


In condizioni normali non dovrebbe esserci grande differenza tra le due misure dell'inflazione (se funzionasse la famosa convergenza ipotizzata ai tempi del varo della moneta unica).

In realtà,  la convergenza non ha funzionato in passato e si sono accumulati differenziali importanti di inflazione tra Italia e, per esempio, Germania. Quindi oggi il mercato si attende che nel prossimo futuro i prezzi in Italia crescano più lentamente di quanto si muoveranno i prezzi nell'area EURO, per poter riportare in equilibrio il sistema. Questo favorirebbe i BTPei (legati ad una inflazione prevista più "calda") sui BTPItalia (legati ad una inflazione più "fredda").

E così, per compensare questo legame ad una inflazione "meno vantaggiosa" in futuro,  i BTPItalia hanno oggi un rendimento reale (al netto dell'inflazione) ben superiore a quello dei BTPei di pari scadenza (come si vede dal confronto fra le due curve nel grafico).

Il differenziale di rendimento  ha raggiunto livelli massimi rispetto al passato. Forse il mercato, come spesso accade, sta esagerando


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