Il tabù ormai non c'è più ma lo spread non balza insù...

Un interessante convegno promosso da AcomeA ha affrontato il tema scivolosissimo della  sostenibilità del debito pubblico italiano. Si sono confrontati : Paolo Manasse (univ. Bologna), Guido Tabellini (Univ. Bocconi), Charles Wiplosz (GIIDS Ginevra), Lucrezia Reichlin (LSE) e George Papacostantinou (ex ministro dell’Economia e dell’Ambiente greco).  Il debito italiano , oggi, è sostenibile? Le opinioni sono divergenti. Secondo Paolo Manasse http://paolomanasse.blogspot.it/2014/06/la-sostenibilita-del-debito-pubblico.html , è impossibile  rispettare il criterio di riduzione del debito al 60% previsto dal fiscal compact, ma anche l’avanzo primario (circa 2-2,5% del PIL) richiesto per mantenere il debito/PIL sotto controllo è di misura tale da apparire quasi irraggiungibile, se si guarda a ciò che è accaduto nella storia italiana recente. Se si assumono ipotesi più benigne sulla crescita le cose possono cambiare. Proprio per questo motivo  Tabellini  ritiene che sia necessario concentrare gli sforzi sul denomominatore del rapporto debito/PIL, escludendo provvedimenti straordinari sul numeratore. Di provvedimenti straordinari ha parlato Charles Wyplosz che ha presentato proprio un progetto di ristrutturazione ordinata del debito (Padre : politically-acceptable-debt-restructuring-eurozone) , da applicare a tutti i paesi di eurolandia. Ogni paese rinuncia ad incassare dalla BCE gli utili da signoraggio di propria competenza per il futuro, chiedendo in cambio alla BCE di acquistare titoli del proprio debito sostituendoli con zero coupon irredimibili (in sostanza rinunciando agli interessi e al rimborso).  I dettagli del piano si trovano qui (http://www.voxeu.org/article/padre-plan-politically-acceptable-debt-restructuring-eurozone). Sul tema bollente del restructuring ha potuto parlare chi ha avuto esperienza diretta : Georges Papacostantinou era ministro dell’economia greco proprio a cavallo del debt-restructuring ellenico. E in sostanza ha detto : “You guys are talking about debt restructuring. I tell you, I have been there. And it is not a beautiful place”.

Ma al di là delle idee specifiche di ciascuno, il convegno ha avuto il grande merito di far emergere un tema che finora era considerato tabù : la ristrutturazione del debito italiano.

E una intervista a Delrio sul Corriere di lunedì 30 giugno rafforza il sospetto che la discussione non sia più solo limitata ad una ristretta cerchia di economisti e tecnici ma stia coinvolgendo anche chi potrebbe davvero decidere.





Ma il mercato se ne è accorto? Per ora pare di no..

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