Debito..debito...

Una vecchia storiella ebraica:
Isacco non riesce a dormire a causa delle preoccupazioni finanziarie: infatti deve una forte somma all'amico Aronne e non in grado di restituirla tempestivamente.
La cambiale a favore di Aronne scade il giorno dopo e sicuramente andra' protestata.
La moglie Deborah chiede che ha e, saputa la cosa, gli dice: "Non ti preoccupare! ora ci penso io!!"
Infatti apre la finestra e chiama il dirimpettaio Aronne.
Questi apre la finestra e chiede: " Che succede Deborah?"
" Niente di speciale Aronne!" replica Deborah " Hai presente la cambiale che Isacco avrebbe dovuto pagarti domani?"
"Certo Deborah! Ebbene?"
"Guarda che non puo' pagarla, non ha una lira !"
Dopo di che Deborah chiude la finestra e dice ad Isacco: "Ora dormi tranquillo Isacco! E'Aronne che soffre di insonnia!"
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E' in vigore il fiscal compact, che obbliga i paesi con un debito/PIL maggiore del 60% a riportarlo entro tale limite entro un ventennio. Ma è davvero pensabile che quest'obbligo scatti inesorabilmente costringendo l'Italia ad una politica fiscale da strangolamento?
D'altro canto il limite al debito è, insieme al limite al disavanzo, uno dei pilastri del Patto di Stabilità. Un pilastro che si fonda sulla convinzione che livelli elevati di debito esercitano effetti nefasti sullo sviluppo distorcendo l'allocazione delle risorse.

Su questa stessa linea anche Kennet Rogoff e Carmen Reinhardt in "Growth in time of debt" avevano identificato una soglia critica : oltre il 90% di Debito/PIL la crescita subiva una decurtazione stimabile in un punto percentuale all'anno. Non poco!

Recentemente lo studio è stato al centro di una discussione per alcuni errori di calcolo ma Rogoff-Reinhardt , pur riconoscendoli, hanno confermato la sostanziale solidità delle conclusioni.

E quindi 'sto debito è un fardello che va assolutamente alleggerito, pena un intollerabile peggioramento delle prospettive di crescita.

Ma se non fosse così? Se le cose non fossero così chiare e nette?


Un recente working paper di IMF "Debt and Growth: Is There a Magic Threshold?" parla proprio di questo.

In estrema sintesi :
1) Non si riesce ad identificare nessuna soglia specifica oltre la quale il debito comporta un costo in termini di minor crescita futura; anzi, la relazione diventa molto debole quando i livelli di debito sono elevati, soprattutto quando si valuta l'effetto sulla crescita in termini relativi rispetto alla performance contemporanea di paesi analoghi.
2) si riscontra invece una relazione tra crescita e traiettoria del debito, piuttosto che il suo livello assoluto : paesi che hanno un debito in riduzione ottengono benefici in termini di crescita anche partendo da livelli elevati.

Da questo punto di vista la posizione relativa dell'Italia in Eurolandia cambia, perlomeno se si osserva l'andamento del rapporto debito/PIL a partire dall'inizio della crisi.Sempre di aumento si tratta, ma ad una velocità molto inferiore rispetto agli altri, Germania esclusa.




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